Ritiro Spirituale – Ottobre 2023

Dal 26 al 28 ottobre si è svolto a Pasturo il ritiro spirituale della nostra Chiesa dedicato ad anziani, diaconi e a tutti coloro che avevano un desiderio di impegnarsi nell’opera di Dio e dedicare del tempo per ascoltare la voce di Dio. Il tema “Come costruire sul fondamento – Vivere la Chiesa, essere discepoli: valore-impegno-responsabilità” ha preso spunto dai versetti di 1 Corinzi 3:10-15: “Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno. Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco”. Durante le diverse sessioni abbiamo avuto la possibilità di passare alcuni bellissimi momenti di adorazione e di riflettere su diversi argomenti. Innanzitutto Gesù ci chiama non solo ad essere “fratelli” nella Chiesa, ma, come Lui stesso ha detto, ci chiede di avere una relazione ancora più profonda l’uno con l’altro e di essere “amici” che costruiscono insieme sul fondamento che è Gesù Cristo con materiali preziosi che durano nel tempo e resistono alle difficoltà per compiere insieme il Grande Mandato e raggiungere altre persone con l’Amore e il messaggio dell’Evangelo. Sabato mattina Giampiero Comi ha condiviso uno studio molto profondo sulla leadership: ci ha aiutati a considerare l’importanza di avere una visione e un obiettivo chiaro sia per la nostra vita sia per la nostra Chiesa. Abbiamo compreso il valore di essere una squadra e l’importanza della collaborazione e dell’impegno di ogni singolo “giocatore” per portare avanti l’opera di Dio. Nei capitoli da 25 a 31 di Esodo abbiamo visto come Dio ha dato delle indicazioni molto precise per la costruzione del Tabernacolo e ha scelto delle persone sulle quali ha posto il Suo Spirito, dando dei doni anche molto pratici legati alle attività manuali. Allo stesso modo, Dio equipaggia oggi il Suo popolo con doni, talenti e capacità sia pratiche sia spirituali affinché ognuno possa dare il suo contributo per il raggiungimento dell’obiettivo comune. Il nostro Pastore Pietro ha parlato poi della fiducia tra i membri di Chiesa, che è un elemento indispensabile per costruire il nostro edificio, che ha il suo fondamento nel Signore Gesù. Come Chiesa siamo chiamati ad avere una chiara identità: possono esserci varie forze trainanti che condizionano la vita della Chiesa e che ne possono però anche impedire lo sviluppo (tradizioni, personalità, finanze, programmi…): dobbiamo conoscere cosa Dio ci ha chiamato a fare e cosa non ci ha chiamato a fare affinché ogni membro possa essere consapevole della propria responsabilità indipendentemente dalla carica che ricopre. Insieme abbiamo meditato sul perché esiste la Chiesa; che cosa dobbiamo essere noi come Chiesa; che cosa dobbiamo fare e come dobbiamo farlo e uno degli aspetti più significativi che è emerso è che l’unità della Chiesa porta una grande potenza. Gesù è il Capo e noi come corpo siamo chiamati a muoverci nell’unità per contrastare le forze del male. Dobbiamo sentirci parte l’uno dell’altro e, come le sequoie, essere ben collegati attraverso radici che ci uniscono e ci permettono di resistere agli attacchi del nemico. Solo in questo modo potremo avere un impatto nella società intorno a noi: utilizzando i doni che Dio ci dà nella sottomissione e nell’ubbidienza, in accordo con la Sua volontà e le Sue strategie. Dio ci chiama ad avere un forte desiderio di lavorare per l’avanzamento del Suo Regno, ci chiede di avere un cuore per la Sua opera e un grande amore per le altre persone. È stato un tempo davvero speciale: il Signore ha parlato a ciascuno di noi singolarmente e anche come Corpo di Cristo. Abbiamo avuto momenti di insegnamento, di condivisione, di adorazione e di ministrazione gli uni verso gli altri; momenti dove la presenza di Dio era veramente tangibile come nell’alto solaio e anche tanti momenti di comunione fraterna, che ci hanno permesso di conoscerci in modo più vero e di apprezzarci l’un l’altro. Sono convinta che ognuno di noi abbia ricevuto molto da parte del Signore e sia ancora più pronto e desideroso di mettere in pratica tutti gli insegnamenti per avere un impatto nelle vite di tutte le persone che incontreremo e fare davvero la differenza nella società attraverso la condivisione del messaggio dell’Evangelo.
Relazione a cura di : Maura E. De Martini

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